Anche in Italia si sta diffondendo il “Bike Sharing”, già adottato in molte città Europee.
La “bici condivisa” dà il via ad una nuova epoca in cui, la mobilità urbana viene ottimizzata con l’uso della bicicletta pubblica, che diventa parte integrante di un sistema di trasporto pubblico ecologico e sostenibile.

Concettualmente il “Bike Sharing” può considerarsi un’estensione del servizio pubblico, infatti, in molte città, è organizzato dalle aziende di trasporto locale. Introdotto in alcune città francesi e poi applicato su larga scala a Parigi con il lancio nel 2007 del Velib, il servizio di Bike Sharing, è una proposta “smart” che permette l’identificazione degli utenti, il pagamento con carta di credito, il monitoraggio costante della presenza delle biciclette nei parcheggi.

Il servizio di “Bici condivisa” potrebbe cambiare il concetto di mobilità urbana, con positive ricadute economiche, oltre agli effetti benefici che si riverserebbero sull’ ambiente.
Basta guardare gli altri Paesi che lo hanno già sperimentato, contribuendo alla sostenibilità del territorio: in Danimarca, il 16% di tutti gli spostamenti è fatto in bicicletta; a Copenaghen, il 36% dei cittadini usa quotidianamente la bici per andare a scuola o al lavoro e il Comune si è dato l’obiettivo di alzare la quota al 50% entro il 2015.
Sistemi analoghi al Velib si sono rapidamente diffusi in Europa, nelle Americhe, in Cina.
Anche New York nel 2013 ha avviato questo servizio, facendo ricorso tra l’altro a un processo partecipativo per l’identificazione delle aree di parcheggio.

In Italia, il sistema di bike sharing più grande è quello installato a Milano, BikeMi, con 190 stazioni attive, più di 3.400 biciclette in condivisione e oltre 25.000 abbonati annuali. Per Expo 2015 sono messe a disposizione 1.000 biciclette a pedalata assistita distribuite su 80 nuove stazioni che, finita l’Expo, potranno essere ricollocate altrove sul territorio cittadino.
Dopo il capoluogo lombardo c’è Torino: [TO]BIKE vanta circa 116 stazioni e 1.200 bici.
Più ridotti, invece, gli altri sistemi, con poche bici e poche stazioni.
Di particolare interesse è il servizio di Genova, effettuato a mezzo di biciclette elettriche che aiutano a superare i numerosi dislivelli della città.
Al Sud, Salerno, da maggio 2012, ha avviato un sistema di bike sharing, in collaborazione con gli esercizi commerciali cittadini. Da luglio 2014, è attivo un servizio di bike sharing elettrico, denominato BkS.
Il bike sharing dal 2012 è presente anche nella città di Cagliari: il servizio è stato creato in concomitanza alla creazione delle prime piste ciclabili della città sarda.
Da agosto 2014, grazie a uno studio condotto da Città della Scienza, anche Napoli si è dotata di 9 ciclostazioni del servizio di biciclette pubbliche, in concomitanza con l’apertura di nuovi percorsi ciclabili nella parte storica della grande metropoli partenopea.

I segnali che arrivano da varie parti del mondo indicano un crescente interesse verso le due ruote, anche grazie alla diffusione del Bike Sharing che sta dimostrando il suo effetto moltiplicatore. Si creano nuovi adepti e biciclette rimaste per anni sepolte in cantine e solai ritornano su strada.
La bicicletta potrà diventare un’importante opzione della mobilità urbana in presenza di scelte forti, magari sollecitate dai cambiamenti climatici.