L’efficienza con cui si usa l’energia in Italia è molto bassa. Il nostro sistema energetico è come un secchio bucato che nei processi di trasformazione dalle fonti fossili agli usi finali perde sotto forma di calore degradato più energia di quella che rende disponibile..
Allo stato attuale della tecnologia è quindi possibile ridurre del 70% i consumi di fonti fossili accrescendo l’efficienza dei processi di trasformazione energetica e utilizzando quei veri giacimenti nascosti di energia costituiti dagli sprechi, dalle inefficienze e dagli usi impropri.
Accrescendo l’efficienza, si riducono i consumi di energia alla fonte a parità di servizi finali. Pertanto si riducono contemporaneamente le emissioni di CO2 e i costi della bolletta energetica. I risparmi sui costi di gestione consentono di ripagare in tempi accettati dal mercato (e sempre più brevi quanto più aumenta di costo delle fonti fossili) i costi di investimenti. I vantaggi ecologici sono direttamente proporzionalei a quelli economici.
Sulla base dei dati, il paragone del nostro sistema energetico con un secchio bucato è più che calzante. Ebbene quale persona normodotata che trovi ad avere un secchio bucato da riempire d’acqua si pone come primo problema da risolvere la scelta della fonte con cui riempirlo? Chiunque in prima istanza deciderebbe di verificare se il secchio è riparabile e, se lo è, di chiudere i buchi; se non lo è di comprarne uno nuovo. Solo in seconda istanza si porrebbe il problema della fonte, sapendo che a quel punto occorrerà poca acqua a riempirlo perchè non ci sono più perdite.
Questo banale buon senso non ha nemmeno lontanamente sfiorato l’impostazione della politica energetica in Italia dove il dibattito si è prevalentemente svolto tra i paladini delle fonti rinnovabili e i paladini del nucleare. Cioè tra gli opposti sostenitori di due fonti con cui tentare di soddisfare un fabbisogno energetico composto per i due terzi da sprechi, inefficienze e usi impropri.
Questa mancanza di logica è più grave da parte dei sostenitori delle fonti rinnovabili, perchè le rinnovabili hanno rendimenti irregolari e ancora inferiori a quelle delle fonti fossili, per cui la riduzione del fabbisogno energetico attraverso una razionalizzazione del sistem è il pre-requisito per il loro sviluppo. Solo se i consumi energetici si riducono in misura significativa, come è possibile tecnicologicamente e conveniente economicamente, le fonti rinnovabili possono soddisfarne una quota sempre maggiore, altrimenti il loro contributo rimane marginale e non riuscirà mai dalla necessità di sostenerle con i sussidi statali.
(fonte: Maurizio Pallante)