In arrivo le tariffe agevolate per chi adotta sistemi di autoconsumo collettivo (come i condomini) e per le comunità energetiche rinnovabili (per esempio quartieri, paesi o insediamenti produttivi).
Il Ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, ha firmato il decreto attuativo che definisce la tariffa con la quale si incentiva la promozione dell’autoconsumo collettivo e le comunità energetiche da fonti rinnovabili, al fine di favorire la transizione energetica ed ecologica del sistema elettrico del nostro Paese, con benefici ambientali, economici e sociali per i cittadini.
Il decreto attuativo era previsto dalla legge di conversione del decreto cosiddetto “Milleproroghe” (il n. 162 del 20 dicembre 2019). All’articolo 42-bis, comma 9, si impegnava infatti il Ministero ad individuare “una tariffa incentivante per la remunerazione degli impianti a fonti rinnovabili” di “autoconsumatori di energia rinnovabile” e “comunità energetiche rinnovabili”.
Il provvedimento consente di costituire l’autoconsumo collettivo, attivabile da famiglie e altri soggetti che si trovano nello stesso edificio o condominio, e le comunità energetiche, a cui possono partecipare persone fisiche, PMI o autorità locali, comprese le amministrazioni comunali, ubicati in un perimetro più ampio rispetto a quello dei condomini.
La misura è strutturata per promuovere l’autoconsumo condiviso, anche tramite l’impiego dei sistemi di accumulo.
La tariffa per l’energia autoconsumata sarà pari rispettivamente a:
- 100 €/MWh per le configurazioni di autoconsumo collettivo;
- 110 €/MWh per le comunità energetiche rinnovabili.
L’incentivo, riconosciuto per un periodo di 20 anni e gestito dal Gestore dei Servizi Energetici (GSE), è cumulabile con il Superbonus al 110% nei limiti previsti dalla legge e punta a trasformare l’attuale sistema elettrico centralizzato, alimentato da combustibili fossili, in un sistema decentrato ed efficiente, alimentato con energie pulite, inesauribili e non inquinanti.
L’autoconsumo permette ai cittadini di utilizzare l’energia che essi stessi producono (per esempio attraverso un impianto fotovoltaico). Nel caso in cui l’energia autoprodotta non può essere consumata o immagazzinata subito, essa viene distribuita nella rete pubblica (con il vantaggio dell’esenzione per il cittadino degli oneri di sistema).
Per gli autoconsumatori collettivi la produzione per l’autoconsumo e la condivisione di energia non deve costituire l’attività commerciale o professionale principale. Anche per le comunità energetiche, “la partecipazione alla comunità non può costituire l’attività commerciale e industriale principale”. Infatti lo stesso articolo 42-bis precisa che “l’obiettivo principale dell’associazione è fornire benefici ambientali, economici o sociali a livello di comunità ai suoi azionisti o membri o alle aree locali in cui opera la comunità, piuttosto che profitti finanziari”.
La possibilità di una diffusione capillare dell’energia rinnovabile distribuita a livello di caseggiato o di quartiere darà un ruolo centrale ai cittadini e alle piccole imprese in veste di produttori-consumatori, riducendo i costi dei consumi elettrici e sgravando la rete, alimentando la crescita economica e abbattendo le emissioni inquinanti e i conseguenti impatti ambientali.